Blog di una maestra con la passione per il proprio lavoro!

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domenica 2 novembre 2014

Dire NO al bambino fa bene?


Buongiorno a tutti,
da poco ho scovato su facebook questa immagine su una delle tante pagine dedicate alla scuola e all'educazione. (in basso alla foto trovate l'indicazione del sito dal quale la foto proviene: www.controscuola.it, sito dedicato all'educazione parentale).
Come vedete l'immagine ritrae un povero bambino maltrattato e vittima di bullismo, probabilmente picchiato, che viene costretto sotto violente torture a restare in un angolo.
SARCASMO LIVELLO 150.
Vedere quest'immagine e, soprattutto, la scritta sottostante mi ha fatto drizzare i capelli: MA STIAMO SCHERZANDO???
Cioè, quello che vediamo nell'immagine è un normalissimo bambino che, dopo un normalissimo capriccio distruggi-orecchie-dei-genitori è stato messo in CASTIGO o, per meglio dire col linguaggio modern-english che fa studioso, TIME OUT. 
(OVVIAMENTE NON APPROVO l'ultima frase di ricatto perchè non è assolutamente corretta.)
Il TIME OUT è una tecnica ampiamente utilizzata nell'ambito dell'educazione, soprattutto per la parte più comportamentista, messa in atto nel momento in cui il bambino non rispetta le regole.
Regole del TIME OUT:
- deve essere in un luogo fisso, ben definito, privo di stimoli;
- deve durare max 5-6 minuti durante i quali il bambino deve rimanere nel suddetto posto adibito e "pensare" alla marachella fatta.

Niente di nuovo, è il vecchio "FILA IN CAMERA SENZA CENA!".
Esatto perchè, se nessuno se ne è mai accorto, le strabilianti nuove idee e scoperte della moderna scienza dell'educazione non sono altro che RIscoperte dei vecchi metodi dei nonni per crescere figli e nipoti: REGOLE FERREE, NON SI SGARRA, POCHI VIZI E TANTI NO.

Lo SCOPO del TIME OUT è quello di far calmare il bambino che, dopo il dispetto o la violazione della regola e la sgridata conseguente, si ritrova in uno stato di agitazione molto forte (pianti a dirotto, calci, pugni), che non gli permette di capire l'azione fatta.
Durante i minuti deve restare fermo nel punto indicato fino a che  non si calma. Solo allora potrà uscire dal TIME OUT e parlare con i genitori o con l'insegnante delle azioni fatte per capire che erano sbagliate.

Il TIME OUT è un'arma potentissima che, se usata bene, può fare anche miracoli.
Ricordiamoci che NON TUTTI I BAMBINI SONO UGUALI: ci sono i patatini che piangono non appena rifilate loro il vostro supersguardo da mamma-papà arrabbiato, e altri che, se potessero, salirebbero sui lampadari beffandosi delle vostre urla e punizioni.
Tutti i bambini hanno bisogno di regole e, soprattutto di limiti; nella società noi abbiamo le leggi che, anche se non tutte le approviamo, le rispettiamo in ogni caso, altrimenti MULTA o, peggio ancora, CARCERE; i bambini, se non rispettano regole importanti che non capiscono o non condividono, devono avere una punizione: il TIME OUT.
Non si parla di VIOLENZA PSICOLOGICA tramite vessazioni o ricatti: questo no. Non si può dire " non farlo altrimenti non ti voglio più bene", ma passare qualche minuto in un angolo a pensare alle azioni compiute non fa male a nessuno.
Ricordiamoci che è estremamente più pericoloso crescere una persona con troppi sì, anzichè troppi no. I NO insegnano ai bambini le regole, la frustrazione di qualcosa che si desidera ardentemente ma non si può avere, il rispetto delle persone e delle cose.

Alla prossima

 Teacher Maia

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